venerdì 14 agosto 2015

Un museo dei rifiuti: l’inceneritore di Naka

Gli impianti di smaltimento dei rifiuti non sono certo in cima alla lista dei desideri di chi visita il Giappone, ma l’inceneritore di Hiroshima chiamato “Naka inceneration Plant” merita una visita se si è interessati all’architettura.

Si tratta di un vero gioiello tecnologico progettato dall’architetto Yoshio Taniguchi (a cui si deve anche il nuovo design del MoMA di New York) e sorge quasi sul mare, a pochi chilometri dal museo che ricorda la tragedia della prima bomba atomica. Il termovalorizzatore, oltre a smaltire i rifiuti, produce energia con la quale si auto alimenta, fornisce acqua calda alla piscina di Yoshijma e a una casa di riposo per anziani. L’elettricità prodotta in eccesso è acquistata dalla compagnia elettrica locale.

L’impianto fa parte di un progetto molto più ampio per promuovere la pace “The Water City Hiroshima 2045: The City of Peace and Creation”. Grazie alla struttura in vetro l’attività del termovalorizzatore è visibile da tutti. Secondo l’architetto che l’ha ideato, infatti, l’impianto deve essere visto perché è uno strumento pubblico e indispensabile a una città contemporanea; un vero e proprio "museo dei rifiuti".

Tra le caratteristiche più interessanti dell’edificio c’è il corridoio centrale delimitato da alberi “in vetrina”, chiamato Ecorium, dal quale si vedono le macchine al lavoro. Sempre nel corridoio sono presenti pannelli touch screen che forniscono informazioni sul termovalorizzatore e sul processo di incenerimento. Il complesso si può visitare liberamente fino al sesto piano dove si trovano gli uffici e un’ala con impianti sportivi per ragazzi. Per arrivarci, dalla città di Hiroshima, si può prendere l’autobus n° 24 che ferma proprio vicino l’impianto.

I giapponesi sono molto attenti alla raccolta differenziata e distinguono i rifiuti tra quelli da riciclare e quelli da “bruciare”. Malgrado non ci siano i cestini per i rifiuti quasi da nessuna parte (ognuno si porta a casa le immondizie), nemmeno nei bagni pubblici, non c’è nessuna carta per terra, tanto meno i mozziconi di sigaretta. Nei rari casi in cui si trovano i cestini dei rifiuti, come può capitare negli alberghi, nelle stazioni e vicino alle macchinette distributrici di bibite, è difficile trovare qualcosa fuori posto: nel contenitore della carta c’è solo la carta, in quello della plastica solo la plastica e in quello delle lattine solo lattine.

Con questo non vuol dire che i giapponesi siano rispettosi per l’ambiente. La loro igiene maniacale porta alla produzione di una quantità considerevole di rifiuti: tutto è super confezionato, le banane e le mele, per esempio, sono vendute singolarmente dentro un contenitore di plastica e i sacchetti vengono elargiti in grande quantità ogni volta che si va a fare la spesa. È un po’ una contraddizione il fatto che questi impianti modello vengano creati proprio da quei paesi che producono rifiuti in abbondanza …della serie: “Grandi cattedrali Grandi peccatori”.

Ma quali sono gli altri inceneritori modello?

Sono generalmente quelli inseriti in pieno contesto urbano. Il più è l’impianto di Spittelau, Vienna, noto per essere stato decorato negli anni ’80 dall’artista e architetto ambientalista Friedensreich Hunderwasser e segnalato addirittura tra le mete turistiche della città. Un caso recente è rappresentato dal termovalorizzatore di Barcellona, di cui si è occupata anche la trasmissione televisiva "Super Quark". L’impianto, che ha una capacità di smaltimento di un migliaio di tonnellate al giorno, è situato a poche centinaia di metri da uno dei quartieri residenziali più moderni e frequentati della città, in cui sorgono strutture che ospitano congressi, manifestazioni culturali, conferenze, alberghi e ristoranti lussuosi.

La Svizzera fa scuola con oltre trenta termovalorizzatori distribuiti in tutto il paese che a pagamento smaltiscono i rifiuti degli altri paesi. Degni di nota sono anche quelli presenti nel contesto urbano di Londra e Copenaghen, non dimenticando il nostro termovalorizzatore di Brescia, considerato all’avanguardia.

Alberi intorno ai silos che contengono i rifiuti
Il corridoio centrale chiamato ECORIUM, dove si possono vedere i macchinari attraverso un vetro
Oggetti esposti come in un museo
L'uomo al lavoro intorno ai silos... l'immondizia non si vede
La parte finale dell'ECORIUM che si apre verso il mare
Il mare e il porto visti dalla terrazza dall'ECORIUM
Il giardino intorno all'inceneritore con panchine e giochi per i bimbi
Si sale fino al sesto piano
L'impianto sportivo ricavato all'ultimo piano
Macchinari al lavoro

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