mercoledì 29 luglio 2015

Arrivo a Vladivostok dopo 9.900 km di treno: fine della transiberiana

Arriviamo in stazione a Khabarosk con più di un’ora di anticipo. Il treno è già lì ma non si può salire, la provodnitsa, approfittando  della lunga pausa, ha buttato tutti fuori dal vagone per pulirlo a fondo con un mocio. Quando saliamo prendiamo posto nei due lettini in alto, gli unici che abbiamo trovato al momento della prenotazione. Fa tanto caldo, per fortuna il finestrino si può aprire nella parte alta, lo teniamo aperto tutta la notte. Sotto di noi una coppia di anziani, lui simpatico ma un po’ sordo, lei con pazienza gli parla all’orecchio per non urlare.

Siamo emozionati per la nostra ultima notte in treno, la quarta consecutiva. Partiamo alle 19.20 per arrivare l’indomani alle 9.28 a Vladivostok, dopo 765 km. Tutti i treni in servizio tra queste due città partono di sera, il che significa che le ultime 14 ore della transiberiana si affrontano di notte. Uno dei motivi per cui si fanno viaggiare i treni con il buio è che in alcuni punti i binari corrono molto vicino al confine cinese.

Vladivostok si trova a sud di Khabarosk. Il treno qui cambia completamente direzione: non più verso est, con fusi orari che si susseguono uno dopo l’altro, ma da nord a sud, verso il caldo. A Vyazemskaya il treno si ferma per molto tempo, non fa ancora buio completo, lungo il marciapiedi molte babuske vendono i prodotti preparati da loro: panini, frittelle, caviale, sottaceti, pesce affumicato, ecc. Il paesaggio si sussegue e cambia man mano che scendiamo verso sud, le foreste sono prevalentemente di aceri e olmi, il verde diventa più intenso.

Dopo l’alba, intorno al km 9050, si vedono alcuni scorci del lago Khanka, un lago di 4.000 kmq ricoperto di fiori di loto che appartiene per metà alla Russia e per metà alla Cina. Finalmente, dopo settimane di viaggio, al km 9249 abbiamo l’emozione di vedere l’Oceano Pacifico. Mancano ancora una quarantina di km a Vladivostok e li percorriamo tutti affacciati al finestrino per gustarci il panorama della ferrovia che corre lungo il Mare del Giappone, l’Oceano Pacifico.

Dopo migliaia e migliaia di chilometri, vale forse la pena riassumere alcune curiosità sulla transiberiana in modo da capire la grandiosità dell’opera:

Inizio ufficiale dei lavori: il 31 maggio 1891 si tenne la cerimonia, vicino a Vladivostok, alla presenza del futuro imperatore Nicola II, che simbolicamente trasportò la prima carriola di terra.

La posa delle rotaie di tutta la Gran Via Siberiana terminò il 3 novembre 1901, quando i costruttori della ferrovia cinese-orientale incontrarono quelli della Transiberiana, appunto. La velocità dei lavori aveva avuto l'impressionante media di 740 km l'anno.

La forza lavoro impiegata all'apice della costruzione arrivò a contare circa 90 mila uomini, molti dei quali condannati ai lavori forzati. In migliaia morirono per le terribili condizioni di lavoro.

La fine della costruzione tra San Pietroburgo e Vladivostok avvenne dopo l'inizio del traffico sulla Ferrovia Circolare a sud del lago Bajkal il 29 ottobre 1905. Il completamento in tutto il territorio dell'impero russo avvenne il 18 ottobre 1916 quando fu messo in funzione il lungo ponte sull'Amur vicino a Khabarovsk.

La Transiberiana è lunga 9288 Km, per cui è la ferrovia più lunga al mondo. Parte dalla stazione Yaroslavsky di Mosca e termina alla stazione di Vladivostovsk collocata ai confini orientali della Russia sul Mar di Giappone.

La Transiberiana attraversa 2 continenti, l'Europa ( 1777 Km ) e l'Asia ( 7512 Km ), appartenendo quindi per il 19,1% all'Europa e l'80,9% all'Asia. Nei pressi della città di Yekaterinburg, negli Urali, vi è un monumento che marca il confine ideale fra l'Europa e l'Asia".

Lungo il suo percorso la Transiberiana passa lungo il lago Baikal, il più profondo lago al mondo con i suoi 1637 metri e la più grande riserva d'acqua dolce del pianeta.

Il treno passa attraverso 88 grandi e medie città, di cui 5 con una popolazione superiore al milione di abitanti (Mosca, Perm, Ekaterinburg, Novosibirsk, Omsk), 9 con popolazione compresa tra 300 mila e il milione di abitanti, mentre le restanti 74 ne contano meno di 300 mila.

I fiumi attraversati dalla Transiberiana sono ben 16: Volga, Oka, Amur, Khor, Irtysh, Ob', Tom',Enisei, Selenga, Chulim, Kama, Vyatka, Tobol, Ussury, Bureya, Zeya. Il fiume più largo e' l'Amur, 2 km circa.

Il punto più alto sul livello del mare è il passo di Yablonovy con i suoi 1040 metri mentre quello più basso (solo 4 metri sul livello del mare) è fra le stazioni di Amursky Bay e Ugolnaya.

La stazione più grande è situata presso Novosibirsk ed è stata costruita nel 1930. Qui si trova anche la tratta più trafficata della transiberiana, in particolare tra Novosibirsk e Omsk.

Il ponte più lungo attraversato dalla Transiberiana (2568 metri , 18 campate da 127 metri ) fu costruito nel 1913 per oltrepassare il fiume Amur. Nel 1991 questo ponte venne demolito per costruirne uno di 2612 metri adatto a far passare contemporaneamente treni ed automobili.

Dal punto di vista geografico, la stazione posta più ad Ovest è quella di Mosca 3 (55 gradi45' N, 37 gradi34' E), mentre quella situata più ad Est è Khabarovsk 2 (48 gradi31' N, 135 gradi10' E). La stazione più a Sud è Vladivostok (43 gradi07' N, 131 gradi53' E), quella più a Nord Kirov (58 gradi36' N, 49 gradi38' E) 

Le località più fredde toccate dalla Transiberiana sono tra Mogocha e Skovorodino, dove si sono registrate temperature record di ben -62 gradi. I posti più caldi si trovano invece all'estremo est dell'area di Vladivostok.

La galleria più lunga della Transiberiana si trova sotto il fiume Amur con una lunghezza di 7 Km.

Sono centinaia le soste che effettua la Transiberiana lungo il suo lunghissimo percorso che dura una intera settimana, se fatto direttamente, e attraversa ben 7 fusi orari rispetto a Mosca (che è già un’ora in avanti rispetto all’Italia). In pratica un’ora di fuso orario ogni 24 ore di treno:

+2 Ekaterinburg
+3 Novosibirsk
+5 Irkutsk , lago Baikal
+7 Khabarovsk
+7 Vladivostok

Attualmente attraverso la strada ferrata Transiberiana giungono in Europa circa 20.000 container all'anno, di cui circa 8.300 provenienti dal Giappone. Ma il governo russo si sta adoperando per cercare di aumentare il numero di contenitori instradati via ferrovia a circa 100.000 l'anno, mettendo in servizio anche 120 treni merci al giorno. L'ostacolo più grosso al progetto è la presenza di alcune parti della linea a singolo binario che formano il cosiddetto collo di bottiglia. Dopo la completa elettrificazione della linea, ottenuta nel 2002 (con il risultato di riuscire anche a raddoppiare il peso dei treni transitanti, arrivati a 6.000 tonnellate) ora si sta lavorando appunto sul raddoppio completo della linea.

Vladivostok

Vladivostok a prima vista sembra una sorta di “San Francisco russa”, una meraviglia con le montagne dalle cime appuntite che si stagliano sopra un fitto intreccio di baie, come la Baia del Corno d’Oro, chiamata così per la sua somiglianza con il porto di Istanbul. Vista da una prospettiva più ravvicinata la città può apparire un po’ grigia, per la presenza di condomini sovietici mescolati a palazzi moderni e altri signorili con secoli di storia. La città ha avuto un grosso ammodernamento in vista dell’Asian Pacific Economic Conference – APEC – avvenuto nel 2012.

Comunque la si veda, dopo settimane in mezzo al nulla della Siberia, Vladivostok colpisce per la sua modernità, per la sua vivacità e per la sua vita notturna, consumata prevalentemente in scantinati sotterranei nascosti alla vista, come il locale “Cat”, vicinissimo alla pizzeria dell’italiano Giovanni Mauro, alla fine della via pedonale che porta al lungomare, dove la gente si scatena davanti alla musica dal vivo, bevendo litri di birra verde.

A Vladivostok le sistemazioni economiche sono tutte esaurite, ci fermiamo in un pessimo ostello, ma centralissimo, davanti al porto. Le vie della città sono tutte un saliscendi e anche a piedi si fatica, soprattutto perché lo smog delle grosse automobili giapponesi e coreane impregna l’aria. In questa città sembra esserci la corsa  a chi ha la macchina più grossa, quasi tutti hanno il suv.

A piedi saliamo fino al belvedere affacciato sulla baia, accanto alle enormi statue di Cirillo e Metodio (inventori dell’alfabeto cirillico), poi scendiamo verso il centro per salire allo Sky Bar, posto al dodicesimo piano dell’hotel Hunday, per vedere la città dall’alto.

Seguendo l’unica via pedonale (le città russe hanno sempre una sola via pedonale) ulitsa Fokina, arriviamo alla zona denominata “Arbat” con una popolare spiaggia, alquanto triste perché in mezzo al porto, e una passeggiata lungo tutto il molo, piena di chioschi e venditori improvvisati. Fa molto caldo ed è tanta la gente sulla battigia e dentro l’acqua.

Vladivostok non si fa certo notare per i suoi musei, ne ha pochi e scadenti. Una visita merita il Sottomarino S-56, diventato un museo, che si vanta di aver distrutto ben 14 sottomarini avversari durante la seconda Guerra Mondiale; all’interno si possono vedere i siluri, il periscopio e le stanze riservate al personale di bordo. Fuori, lungo il porto, stazionano quattro nuovissime navi da guerra con bandiera inglese, giunte fino a qui per una manifestazione che si è tenuta la domenica scorsa.

Un altro museo che visitiamo è il Museo Regionale Arsenev, ben curato, ma che contiene soprattutto arredamenti d’epoca e una triste serie di animali impagliati, tra cui un’enorme orso. La Galleria d’Arte Primorsky dovrebbe ospitare opere di Botticelli, Goya, Kandinsky e Chagal, ma alla biglietteria ci dicono che essendo in fase di ristrutturazione queste opere non si possono vedere. 
Finiamo la giornata prendendo l’autobus n° 15 che percorre entrambi i nuovissimi ponti sulla baia per raggiungere l’isola di Russky, un piccolo paradiso naturale con numerose spiagge. Ci mettiamo quasi un’ora per arrivare a causa del forte traffico. Facciamo una passeggiata lungo una delle tante, sporche, spiagge e torniamo in città.

Per consolarci ci facciamo una scorpacciata di dolci in una delle “pasticcerie boutique” della città, (gli unici posti dove si possono trovare dei dolci simili ai nostri, anche se costosi), come quella in ulitsa Okeansky e poi ci facciamo un cappuccino nel vicino bar “Friend’s”, proprio sotto lo Sky Bar, un posto dove è possibile fare colazione all’occidentale.

La sera, mentre passeggiamo, ci sentiamo tristi, domani lasciamo la Russia.

Il futuro dei treni in Asia, note finali

Da Londra  New York in treno
È un’idea antica, quasi quanto la transiberiana stessa, ma gli ingegneri pensano sia oggi possibile realizzare. L’idea è quella di costruire un tunnel sotto lo Stretto di Bering lungo 103 km (due volte il tunnel sotto la Manica) per collegare con una ferrovia l’Asia all’America.

Treno superveloce tra Mosca e Vladivostok. La “fine” della transiberiana?
La Russia sta continuando ad ampliare i propri servizi ad alta velocità e, secondo quanto affermato su Russia Today, si sta pensando ad un treno superveloce che colleghi Mosca a Vladivostok in 7 ore! Probabilmente il progetto non verrà portato a termine in poco tempo, ma è meglio non aspettare troppo tempo se si vuole vivere questa esperienza in modo “lento”. La prima parte del viaggio, quella fino a Yekaterinburg, ha già ora dei treni che viaggiano più velocemente degli altri. Per informazioni si può visitare la pagina Facebook “Transiberiana”.

In treno da Pechino a Singapore
Quest’idea, che risale all’epoca coloniale, potrebbe realizzarsi in un prossimo futuro. I lavori di costruzione dei binari per il tratto di 421 km tra Kunming (Cina) e Vientiane (Laos) sono iniziati nel 2011 e la linea dovrebbe essere operativa nel 2020.


Binari nella foschia mattutina
Il cartello indica che mancano solo una ventina di km alla fine della transiberiana
Primo sguardo sull' oceano Pacifico
Arrivati alla meta: 9288,2 km da Mosca, sette fusi orari
La bella stazione di Vladivostok
Per il ponte sospeso sulla Golden Bay e per le sue baie, Vladivostok viene chiamata la "San Francisco dell'estremo Oriente 
La via pedonale ulitsa Fokina, in pendenza verso il mare
La parte alta della città vista dal porto
Il Sottomarino-51, che durante la seconda guerra mondiale ha affondato 14 sottomarini avversari
I lanciasiluri all'interno del sottomarino
Navi da guerra inglesi nella baia di Vladivostok
Palazzi in ulitsa Okenasky
Cupole dorate e un tocco di blu
Un veliero tra i grattacieli
Una delle spiagge nel centro...proprio bruttina!
La birra verde di Vladivostok con cui festeggiare la fine della transiberiana 

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