- Ci fermiamo due giorni e una notte, temperatura esterna
massima 18°C, +2 ore rispetto a Mosca -
Ekaterinburg (Yekaterinburg in russo:
questa differenza è importante quando si devono prenotare i treni sul sito
delle ferrovie russe) è stata fondata da Pietro il Grande nel 1723 allo scopo
di sfruttare le ricchezze minerarie degli Urali. La città prese il nome da due
Caterine: la consorte di Pietro stesso e la santa patrona russa delle miniere.
Ekaterinburg è però nota soprattutto per la strage dei
Romanov, perpetrata dai bolsevichi nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918,
esattamente 97 anni fa. Lo zar Nicola II e la sua famiglia furono trucidati
nella cantina di una casa del luogo. Ora, in quel luogo, è stata costruita la
Chiesa sul Sangue, probabilmente il più grande monumento in memoria dei
Romanov. La chiesa Russa ha beatificato la famiglia Romanov nel 2000. Nel
pomeriggio, quando siamo andati a visitare il sito, era in corso davanti alla
chiesa un’enorme celebrazione liturgica con migliaia di fedeli. La visita al
monumento è davvero suggestiva. Poiché subito dopo la strage non tutti i corpi furono
trovati, sorse la leggenda che una delle figlie, Anastasia, fosse sopravvissuta.
Diverse furono le donne che dichiararono di esserlo. Nel 1990 la prova del DNA,
su dei corpi trovati molti anni dopo nel bosco, provò in modo definitivo che
Anastasia fu uccisa insieme alla sua famiglia.
Piove a Ekaterinburg, nuvole basse, nebbia. La ragazza
che ci accoglie nell’appartamento guest-house ci dice che sono 15 giorni che
non vedono il sole. Anche questo ostello si rivela un’ottima scelta (valutato
9,2 su Booking): in pieno centro, arredamento nuovo e tenuto costantemente
pulito dalla giovane padrona di casa. Continuo a chiedermi dove siano gli
uomini. Attraversando il fatiscente ingresso di un’ enorme palazzo non si direbbe
che l’appartamento da cui è stato ricavato questo ostello sia così moderno. In
cucina c’è tutto l’occorrente per prepararsi un the o un caffè. La nostra
camera è spaziosa e domina la città, ma non si può chiudere a chiave, l’occhio
vigile della padrona è più sicuro delle serrature.
Dopo più di una settimana in questo Paese abbiamo
imparato a fidarci dei Russi: persone corrette, oneste, che mai hanno tentato
di approfittare del fatto che siamo turisti stranieri. A volte sono burberi,
scontrosi, ma la gentilezza e la disponibilità della maggior parte di loro
compensa pienamente le lacune.
Nel pomeriggio facciamo un giro in ul Vaynera, l’unica
via pedonale, un format che sembra ripetersi in tutte le città: una sola unica
via piena di negozi, bar e ristorantini, l’immancabile MC Donald (ce ne sono
più qui che negli Stati Uniti) e tanti artisti di strada. L’abbigliamento è
ancora più contenuto, ben lontano dalle scollature e dai pantaloncini inguinali
di San Pietroburgo. Le donne anziane vestono spesso con gonne lunghe e
fazzoletto in testa, come nell’immagine più classica di questo paese.
In fondo alla via si trova il museo di Geologia degli
Urali, con otre 500 minerali provenienti dai monti Urali e una grande collezione
di meteoriti (oltre 100) con foto e video che illustrano il loro impatto con
l’atmosfera. È impressionante come sia luminoso l’ingresso di una meteorite
nell’atmosfera, sembra un’esplosione in cielo, visibile anche di giorno. Il
museo sembra essere una delle più grandi collezioni al mondo di questo tipo.
Molto interessante.
Dopo uno spuntino al Pizza Mia, una catena di locali che
offrono cibo che assomiglia alla nostra pizza, andiamo a mangiare in uno dei
tanti self-service. La sera le vie si svuotano presto, ma non ci sentiamo mai
in pericolo.
Ekaterinburg è considerata la capitale politica dei Monti
Urali, al confine tra l’Europa e l’Asia, 1814 km di treno da Mosca. Il confine
fisico vero e proprio si trova 40 km più indietro, verso Mosca, dove c’è una
stele in pietra ormai abbandonata. Per renderlo più accessibile ai visitatori è stato costruito un nuovo monumento
a soli 17 km dalla città, lungo la strada principale, una specie di Torre Eiffel
in miniatura. Ci andiamo la mattina successiva con un taxi chiamato dalla nostra
padrona di casa (850 rubli). L’auto è un SUV. Le automobili in Russia sono
tutte di grossa cilindrata perché la benzina costa molto poco, 33 rubli al
litro, poco più di 50 cent di euro.
Nel pomeriggio visitiamo il museo delle Belle Arti che
conserva l’elaborato padiglione in ferro battuto vincitore dell’EXPO di Parigi
del 1900. Il museo, oltre ad una serie di dipinti dell’800 di artisti minori
russi ed europei, contiene una serie di pietre preziose ritrovate nelle miniere degli Urali. Verso
sera andiamo al supermercato per fare la scorta di cibo per i giorni che passeremo
in treno. Partenza alle 22.21 (20.21 ora di Mosca) con il treno da Ekaterinburg
per Irkutsk, dove arriveremo dopo 55 ore di viaggio.
Il nostro vagone nel viaggio notturno da Kazan a Ekaterinburg |
Così vengono ricevuti all'arrivo del treno i turisti che "pagano"... |
La famiglia dei Romanov fu trucidata nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 |
La beatificazione della famiglia Romanov da parte della chiesa russo-ortodossa avvenuta nel 2000 |
Prorprio il giorno del nostro arrivo a Ekateriburg si è svolta una cerimonia commemorativa davanti alla Cattedrale del Sangue |
Il confine tra Europa e Asia a Ekaterinburg |
Un rito degli sposi di Ekaterinbur è quello di annodare un nastro negli alberi intorno al monumento sul confine tra Europa e Russia |
Meteoriti nel museo di Geologia degli Urali di Ekaterinburg |
Oggetti realizzati con le pietre preziose proveniente dagli Urali |
Il padiglione russo che vinse l'EXPO all'esposizione del 1900 |
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