Passiamo il confine tra l'Estonia e la Russia verso le 6
di mattina. Siamo ancora assonnati per aver trascorso la notte a guardare il
'sole che non tramonta mai'. In realtà a queste latitudini il sole tramonta
sempre d'estate, anche se per poche ore, ma non scende mai tanto sotto
l'orizzonte, per cui nel cielo rimane sempre un po’ di luce, tanto che non si
vendono le stelle. È come se il tramonto e l'alba si susseguissero con continuità
senza passare per la notte.
Al confine con la Russia le formalità sono veloci.
Scendiamo tutti dall'autobus, compiliamo il modulo bianco d’ingresso (da
conservare assolutamente fino all’uscita dal paese) e passiamo. Il funzionario ha
storto un po’ il naso per la differenza tra la foto nel passaporto di Ruggero e
l’aspetto attuale con capelli e barba lunghi, ma poi ci ha lasciato andare.
La prima cosa da fare è prelevare dei rubli con il
bancomat, cosa non facile, perché le indicazioni sono solo per metà in inglese.
Chiediamo aiuto ad una ragazza. Riusciamo a prelevare solo 9.000 rubli (150
euro) invece dei 15.000 che volevamo. Buona parte dei bancomat in Russia hanno
un limite basso di prelievo, alcuni 5.000 rubli, altri 10.000, solo alcuni ci
permettono di prelevare di più, ma con un po’ di pazienza li abbiamo sempre
trovati. Non ci conviene fare tanti piccoli prelievi, perché c’è una commissione
bancaria per ogni prelievo, indipendentemente dalla cifra
.
Per fortuna le fermate della metro sono indicate anche i
con caratteri latini, per cui arriviamo facilmente in centro città. Della metro
ci colpiscono alcune stazioni con un design particolare, ma rimaniamo sorpresi
soprattutto dalla profondità con cui si scende con le scale mobili: si possono
tranquillamente leggere alcune pagine di un libro mentre si sale o si scende.
Notiamo una pulizia che non ci aspettavamo, nessuna carta in giro, nessun
mozzicone di sigaretta per terra.
Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro ostello, situato
al quinto piano di un palazzo in Prospettiva Nevsky, forse la via più famosa di
tutta la Russia, giriamo per la città. Tutte le vie di San Pietroburgo sono
larghissime e Prospettiva Nevsky ne è l’emblema, con due marciapiedi larghi
dieci metri e in mezzo una strada a sei corsie, dove la automobili sfrecciano a
velocità impressionante. Tutta la via è piena di bar, negozi e ristoranti.
Sempre piena di gente, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
San Pietroburgo è anche una città di canali, le persone
locali ci tengono a dire che è la Venezia del Nord. Peccato che questi canali
siano enormi e ci navighino solo motonavi con turisti. Di fianco ai canali ci
sono le strade, sia a destra che a sinistra e solo un piccolo marciapiede per i
pedoni. Ovunque ci sono turisti, tanti, da tutto il mondo, Italia compresa. Come
prima cosa visitiamo la bellissima Chiesa del Sangue Versato, costruita sul
modello di San Basilio a Mosca, eretta sul luogo dove fu assassinato Alessandro
II nel 1881. Giriamo poi fino a notte tarda, contemplando il cielo ancora
azzurro di mezzanotte.
L’indomani piove, ci mettiamo in fila per l’Ermitage e lo
visitiamo in cinque ore. Indubbiamente bello, non solo per le opere esposte (come
le opere del Canova e due quadri di Leonardo da Vinci), ma anche per l’arredamento
delle sale interne. Scopriamo per caso che i quadri degli impressionisti del ‘900
sono stati spostati nel nuovo allestimento della Gendarmerie, dall’altra parte
della piazza rispetto all’Ermitage, e si può visitare con lo stesso biglietto.
A differenza dell’Ermitage, dove c’è così tanta gente che si fa fatica anche a
muoversi, la sezione degli impressionisti è quasi vuota. Probabilmente la
maggior parte delle persone escono sfinite dal museo principale e decidono di
averne abbastanza. Nel pomeriggio esce finalmente il sole.
Il terzo giorno visitiamo la zona di Pietrograd, che
contiene la fortezza di Pietro e Paolo, risalente al 1703, l’edificio più
antico di San Pietroburgo. Fu il primo insediamento della città. La fortezza
non dice molto, ma la visita alle sue prigioni è interessante.
Ritornando a piedi verso il centro della città ci
fermiamo al museo Kunstkamera, istituito da Pietro il Grande per accogliere la sua
collezione di “mostruosità” formata da esseri deformi, feti bicefali e parti
del corpo umano conservati in formalina. Impressionante, ma allo stesso tempo
interessante: certe “mostruosità” pensavamo esistessero solo nella mitologia.
Come ultima visita saliamo in cima al colonnato della
cattedrale di Sant’Isacco, dalla quale si ha una bella vista della città...ma
ancora piove.
Interessante è stato il tentativo di fare delle fotocopie
all’ufficio postale, per arrivarci abbiamo dovuto varcare una porticina anonima
e scendere delle scale buie: in Russia il retaggio del passato si nota proprio
in queste piccole cose. Prima di prendere il primo treno del nostro viaggio, il
notturno per Mosca, facciamo una visita ad alcune stazioni ferroviarie d’epoca.
San Pietroburgo è bella ma non economica.
Alle 22.20 saliamo, tutti emozionati, sul nostro primo
treno russo. Abbiamo cuccette di terza classe, quelle in alto, perché al
momento della prenotazione, un mese fa, erano finite tutte quelle in basso, più
comode. Pensiamo di dover pagare per le lenzuola invece sono già comprese nel
prezzo: il treno è pulito, i russi parlano a voce bassa (a parte quelli ubriachi)
e sulle cuccette in alto si sta da dio… SI PARTE!
L'Ermitage di San Pietroburgo |
La sala delle sculture del Canova |
La Madonna col Bambino di Leonardo da Vinci |
La chiesa del Sangue Versato |
Cupola della Chiesa del Sangue Versato |
Interni dell'Ermitage...ricordano la Fenice di Venezia |
I canali di San Pietroburgo di notte |
Il cielo di mezzanotte su Prospettiva Nevsky |
Il museo Kunstkamera, una raccolta di mostruosità |
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