Ore 8.30. C’è
il sole oggi, ma l’aria è frizzante, a momenti fredda, con raffiche di vento
che penetrano nelle ossa. La stazione degli autobus è vicino al centro.
Lasciamo gli zaini nel deposito bagagli per riprenderli verso le 18, quando
abbiamo il bus per Riga, dove abbiamo prenotato una doppia in un ostello del
centro.
Vilnius ha
il più grande centro storico dell’Europa orientale, edificato tra il XV e i XVI
secolo, ed è Patrimonio dell’Umanità.
Puntiamo alla piazza della Cattedrale, dove si trova una mattonella con la
scritta steblukas (miracolo), che
segna il punto in cui terminava la catena umana, tra Tallin e Vilnius, formata
da due milioni di lituani, lettoni ed estoni, in segno di protesta contro
l’invasione sovietica. Per esprimere un desiderio si fa un giro di 360° in
senso orario stando sulla piastrella. Bisogna però trovarla da soli, in quanto,
per scaramanzia, è proibito rivelare la sua esatta posizione. Visitiamo la Cattedrale costruita su un sito
utilizzato in origine per il culto di Perkunas, il dio lituano del suono e
simbolo nazionale.
Saliamo
sulla collina alta 48 metri dove si trova una torre in mattoni rossi del XIII
secolo che rappresenta il punto in cui è stata fondata la città. Dall’alto si
ha una bella vista su tutto il centro storico. Scendiamo e attraversiamo la
Porta dell’Aurora, l’unica ancora intatta delle nove porte che si aprivano
sulle mura cittadine. Sul lato est della
porta si accede alla settecentesca Cappella che custodisce
un’icona miracolosa della Vergine venerata dalla comunità polacca,
profondamente cattolica, ed una delle principali mete di pellegrinaggio
dell’Europa orientale, insieme alla Madonna di Cestokova. Diverse
donne salgono in ginocchio le scale che portano alla Cappella, recitando una
preghiera ad ogni scalino.
In diverse
chiese della città assistiamo alle liturgie russo-ortodosse, sempre molto
suggestive. Proseguiamo visitando l’Università di Vilnius, la più antica
dell’Europa orientale, fondata dai gesuiti e diventata nel tempo uno dei
maggiori centri del sapere polacco. I tredici cortili dell’università sono
tutti collegati tra loro da stretti passaggi. Visitiamo diversi monumenti, ma
quello che più ci interessava, il museo del genocidio, oggi è chiuso.
Si passeggia
volentieri a Vilnius, le persone sono gentili e disponibili. La città è economica, sia nel cibo che negli ingressi ai musei
che difficilmente superano i tre euro. In nove ore abbiamo girato buona parte della città. Il fiume Vilnius divide la parte vecchia della città dal
nuovo quartiere residenziale e commerciale traboccante di grattacieli concentrati
in pochi metri. Lo si raggiunge attraverso un lungo ponte. Si sta bene in
questa città, eppure non ci entusiasma.
Verso le 17.30 torniamo alla stazione degli autobus, appena fuori le mura. Compriamo il biglietto
per quello delle 18.00. Il bus ha la presa dei 220 V e internet. Per tutto il
tragitto ci godiamo il lento e rosso tramonto del nord. Arriviamo a Riga alle
22.00, poco prima che il sole tramonti definitivamente. Andiamo subito
all'albergo prenotato ieri con Booking è proprio in centro.
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La cattedrale in primo piano e sullo sfondo la torre sulla collina di Gedimino, primo insediamento della città |
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I colori delle chiese sono sulla tonalità del giallo e del rosa |
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Interno di una chiesa ortodossa |
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La piazza della cattedrale con il suo campanile bianco alto 57 metri dal quale si ha una bella vista sulla città |
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La chiesa di Sant'Anna risalente al XVI secolo, gioiello dell'architettura gotica, con delicati pinnacoli e 33 tipi differenti di mattoni rossi |
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Icona miracolosa della Beata Vergine nella cappella sopra la Porta dell'Aurora |
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Cappella affrescata all'interno della vecchia università di Vilnius |
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Il campanile che domina la piazza dove nel XIX secolo si tenevano mercati e fiere |
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