Viaggio in
nave di 22 ore per una distanza di 730 km.
Il traghetto diretto,
che faceva la spola tra Vladivostok e il Giappone, è stato soppresso, ora ne
parte uno ogni mercoledì che fa scalo in Corea del Sud. E' l’unico modo per lasciare la Russia senza volare, visto che i paesi confinanti, Corea del
Nord e Cina, sono alquanto complicati dal punto di vista del transito.
Poiché il
traghetto parte proprio il giorno di scadenza del visto abbiamo cercato di
prenotare online il biglietto ancora prima di partire da casa. Non ci siamo
riusciti, sembra che la tecnologia coreana non si combini con la nostra. Così
abbiamo scritto direttamente una mail alla compagnia dei traghetti che senza
problemi ci ha mandato la prenotazione del viaggio, dicendoci che potevamo
pagarlo tranquillamente il giorno della partenza. Quando arriviamo all’ufficio
del porto scopriamo che non è un “passaggio ponte”, come pensavamo, ma un bel lettino
morbido dove riposare durante le 20 ore di traversata.
Prima di
salire a bordo passiamo il temuto controllo russo dei passaporti. Quando guarda
il passaporto la donna al di là del vetro dice un sacco di parole in russo a Ruggero,
forse si lamenta per la differenza del suo aspetto attuale con la foto del
passaporto… chissà… comunque alla fine mette il timbro e passiamo. Temevamo
soprattutto per il discorso della registrazione del visto, una procedura poco
chiara che doveva essere fatta più o meno in ogni città dove abbiamo dormito,
ma che solo due alberghi ci hanno fatto. Qualcuno dice che basti una sola
registrazione per tutto il viaggio. Comunque non ci hanno chiesto nulla di tutto questo all'uscita.
Una volta
saliti in traghetto nella nostra camerata ci troviamo in sei, con noi ci sono: una ragazza
giapponese che sta tornando a casa dalla Russia, un signore coreano, presidente
di una testata giornalistica importante che ha visitato la Russia per lavoro,
un ragazzo olandese che sta facendo il giro del mondo in moto e un altro ragazzo
polacco che è arrivato fin qui solo in autostop, senza mai prendere un treno o
un autobus. Mentre la nave prende il largo, passando davanti a isole molto belle,
chiacchieriamo un bel po’ tra di noi, scambiandoci le esperienze di viaggio. Tutti concordiamo sul fatto che in Russia siamo stati bene.
Quello di
viaggiare in autostop deve essere una passione per i polacchi, perché nello
stesso traghetto ne troviamo altri due (un ragazzo e una ragazza) arrivati anche loro fin qui dalla Polonia in
autostop. Hanno dormito soprattutto in tenda, spesso nei pressi dei
distributori di benzina, gli unici posti con presenza umana lungo le isolate
strade siberiane. Volevano risparmiare perché sono ancora studenti
universitari, in tre settimane hanno speso solo 300 euro a testa!
I turisti
occidentali nel traghetto sono pochi, si possono contare sulle dita di una mano,
la maggior parte sono vivaci coreani, che dopo essere andati avanti e indietro dalla
sauna della nave, si sono scatenati per tutta la serata con il karaoke. Intanto
la nave va. Tutto intorno il nulla, solo foschia. Alle 11.30 della mattina
successiva, dopo quasi 24 ore, arriviamo al brutto porto di Donghae, in Corea
del Sud.
Qui nessuno
parla inglese e il bancomat non funziona. Cambiamo qualche dollaro in
Won, la moneta locale, e andiamo verso il centro per trovare uno sportello che
accetti le nostre carte. Entriamo in una banca ma non riusciamo a farci capire, allora un'impiegata chiama al telefono una persona che parla inglese, la quale ci dice che se vogliamo
prelevare con le nostre carte dobbiamo trovare un bancomat con la parola
CIRRUS. riportata esternamente. Loro non ne hanno, forse più avanti. Facciamo una passeggiata e
finalmente riusciamo a prelevare. Ricarichiamo i nostri zaini sulle spalle e
andiamo finalmente alla stazione dei bus di Donghae dove prendiamo al volo quello
per Seoul. Dopo tre ore di bus e una in metrò, arriviamo in albergo che son già
le sette di sera.
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La nostra nave che sbuffa |
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Un saluto al porto di Vladivostok |
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Si parte! |
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Anche le maschere vanno bene pur di attirare l'attenzione durante le istruzioni di salvataggio |
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Baia d'Oro: la nebbia nasconde il ponte di Vladivostok |
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Il faro all'uscita del porto, raggiungibile a piedi solo con la bassa marea |
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I nostri compagni di camerata: una giapponese, un coreano, un olandese e un polacco |
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L'enorme sauna della nave |
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Le prime miglia |
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Una foto della mappa con percorso e km percorsi dalla nave |
Salve, mi piacerebbe intraprendere un viaggio come il vostro, posso chiedervi dove avete acquistato il biglietto per il traghetto dalla Russia alla Corea e dalla Corea al Giappone e a quanto ammontava il prezzo complessivo?
RispondiEliminaGrazie!