Seul ci ha
sorpreso per la sua grandezza, per la sua architettura, per la sua bellezza e
per la sua efficienza, tanto che ci siamo rimasti due giorni in più del
previsto. Già all’arrivo con l’autobus da Dounghae abbiamo notato, per
chilometri e chilometri, interi quartieri elevarsi al cielo come cattedrali,
uno dopo l’altro, così compatti da sembrare un unico blocco di cemento, anche
se ogni grattacielo ha un enorme numero stampato sulla parete laterale, così da
poterlo distinguere dagli altri. In centro tutto diventa ancora più grande: i
palazzi, le strade, le distanze.
Il nostro
ostello occupa tre piani di uno di questi colossi, sembra nuovo. Per entrare
bisogna togliersi le scarpe e mettere delle pantofole: rimarranno tue per tutto
il tempo di permanenza e non saranno confuse con altre perché ogni camera ha un
box numerato all’ingresso per riporre scarpe o ciabatte. La camera ha un’intera parete di vetro e una
bella vista su questo strano skyline.
Verso sera
facciamo un giro per il nuovo quartiere di Dongdaemun, dove c’è uno strano
edificio argentato a forma di astronave. Per un attimo abbiamo veramente pensato di essere in un film del futuro.
L’edificio fa parte della riqualificazione di un’area che precedentemente era utilizzata
per attività sportive. All’interno ci sono dei giardini completamente ricoperti
di fiori di plastica illuminati a led. Il colpo d’occhio è notevole.
Continuiamo a girare il quartiere alla ricerca di cibo a prezzi ragionevoli, ma
non è facile, la Corea è molto più cara della Russia sotto questo punto di
vista, anche i ristorantini più economici chiedono 20 o 30 euro per cenare, una
pizza costa 25 euro. Bisogna andare al vicino mercato serale di Gwangjang per trovare prezzi
ragionevoli.
Non resta
molto dell’antica Seul, la città che era circondata da mura difensive che la
proteggevano dall’assalto dei nemici. Le guerre interne e la Seconda Guerra
Mondiale hanno quasi completamente distrutto i vecchi palazzi, i templi e le
case; quelli rimasti sono notevoli come il palazzo Gyeong-Bokgung, edificato nel
1395 attorniato da un celebre giardino segreto e il palazzo Changgyeonggung
dichiarato patrimonio UNESCO.
Seul è una
città enorme, una delle venti città più popolose al mondo, con oltre 23 milioni
di abitanti considerando l’hinterland. La tecnologia domina la vita dei corani. Tutto è collegato in rete, le telecamere sono ovunque e per i pagamenti viene
usata quasi esclusivamente la carta di credito, anche per comprare un gelato.
La rete metropolitana, con i suoi 547 km di linee, è la più lunga al mondo e
funziona molto bene. Difficile trovare delle critiche ad una città come questa,
visto che tutto funziona e le persone sono sempre carine e disponibili.
Seul è anche
una città che non dorme mai, i centri commerciali rimangono aperti fino a tarda
notte, alcuni chiudono verso l’una, altri alle 4.30 del mattino! Gli uffici
informazione per i turisti, presenti in più parti della città, chiudono verso
mezzanotte. Poi, al mattino, tutto tace fino a tardi. I prezzi sono
alti, anche per noi. Questo potrebbe dare l’idea che tutti i coreani stiano
molto bene, ma non è così: a fronte di una grossa classe agiata, c’è anche chi
guadagna molto poco. Comunque in Corea l’economia va bene, la disoccupazione è
bassissima e non esiste debito pubblico.
Passando da
un palazzo storico all’altro visitiamo i vari quartieri della città e alcuni
musei, soprattutto di arte modera. Alcuni siti sono gratuiti, altri chiedono
due o tre euro per l’ingresso, un prezzo simbolico. Un museo fatto veramente bene è il Memoriale
della Guerra, con video ed effetti speciali che attirano l’attenzione, anche
dei più giovani. All’esterno ci sono navi e aerei impiegati durante la Seconda
Guerra Mondiale e durante il conflitto con la Corea del Nord.
Anche le
strade, come i grattacieli, sono enormi e percorse da grosse automobili sempre
pulite, così come sono pulite le strade e i marciapiedi. La loro mania per la
pulizia arriva all’estremo agli sportelli dei bus o alle biglietterie dei
musei, quando viene chiesto di igienizzarsi le mani con un liquido che viene
distribuito, prima di passare loro i soldi del biglietto.
Seul ci è piaciuta.
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Strutture futuriste di piazza Dongdaemun |
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Palazzo Geunjeongjeon |
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Fiori "al led" nei giardini di piazza Dongdaemun |
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Esterni del museo dell'arte moderna di Seul |
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Muri di luce |
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Templi sommersi dai grattacieli |
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Il giardino segreto del palazzo di Changdeokgung |
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Seul centro |
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Festeggiamenti di quartiere |
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Vendita di pesce in uno dei tanti mercati |
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Bongeunsa Temple (Buddhista) |
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Bongeunsa: un'oasi di tranquillità |
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...gnocchi! |
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Scene al mercato di Gwangjang |
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Tanti i mercati alimentari |
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Tetti del quartiere residenziale di Bukcon Hanok |
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Lo smartphone in primo piano, anche per i giovani coreani |
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Luci serali al quartiere Dongdaemun |
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Il memoriale della guerra, nel giardino vecchi mezzi militari |
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Le antiche porte della città |
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In molte strade è vietato fumare |
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I centri commerciali chiudono molto tardi, alcuni anche alle 4.20 del mattino |
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