Da Beppu,
nell’isola di Kyushu, a Hiroshima ci sono circa 360 km. Prendendo i treni
espressi e il superveloce Shinkansen, avremmo impiegato meno di tre ore, invece
prendiamo una combinazione di ben 5 treni locali che impiegano 6 ore! Il motivo
di tale scelta è sostanzialmente economico: i trasporti costano molto in
Giappone (poco più dell’Italia in realtà) e i treni super veloci costano il
doppio rispetto ai locali. Così abbiamo speso 50 euro a testa invece di 100.
Certo, con
il JR Pass, l’abbonamento che devi
comprare online prima di arrivare in Giappone e che ti permette di viaggiare
liberamente (mica tanto, devi passare comunque per la biglietteria a prenotare il
posto, talvolta il treno è pieno e devi prendere il successivo) per una, due
o tre settimane su tutti i treni giapponesi, sarebbe stato diverso. Ma noi siamo
partiti molto tempo prima: spendere tutti quei soldi senza la sicurezza dei
tempi di arrivo in Giappone ci sembrava azzardato. Per di più, secondo i nostri
conti, l’abbonamento conviene solo se si prendono molti Shinkansen. Lo sapremo con
certezza solo alla fine del viaggio.
Slow travel
Un altro
motivo per cui non abbiamo fatto l’abbonamento è che ci piace il “viaggiare
lento”, contemplare dal finestrino di un autobus o di un treno i paesaggi e le
città, magari leggendo le storie di quei luoghi proprio mentre ci passi
davanti. Se non fosse così non avremmo scelto di andare via terra, e via mare,
da Venezia fino a Tokyo. Lo slow food va sempre più di moda, noi siamo per lo
slow travel.
Hiroshima:
la prima bomba nucleare
Hiroshima è
tristemente famosa per essere il luogo dove fu sganciata la prima bomba
nucleare della storia, come azione bellica. Non la prima in assoluto, in quanto
poche settimane prima ne fu fatta esplodere una, di prova, nel deserto del New
Messico. Guardando la città di Hiroshima oggi, moderna e brulicante di vita, non si direbbe
che la sua ferita sia così grande.
Al memoriale
della bomba atomica si arriva con una breve passeggiata dalla stazione dei
treni. Superate le vie pedonali del centro si attraversa un ponte e subito ci
si trova nel Parco della Pace, disseminato di monumenti commemorativi tra cui
il cenotafio che riporta i nomi delle vittime accertate della bomba e la Fiamma
della Pace, che verrà spenta solo quando sarà distrutta l’ultima arma nucleare
esistente al mondo.
Dall’altra
parte rispetto al fiume si vede la Cupola della Bomba Atomica, il simbolo forse
più toccante della devastazione di Hiroshima. L’edificio costruito nel 1915 con
strutture antisismiche, rimase in piedi malgrado fosse stato colpito quasi
direttamente. Dopo la guerra, nonostante le perplessità degli abitanti di
Hiroshima, l’amministrazione locale decise di conservare i ruderi come
monumento commemorativo. La cupola è ora patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Uno dei
monumenti più toccanti è quello dei bambini, dedicato a Sasaki Sadako. Sadako
aveva due anni quando scoppiò la bomba, lei era nella sua casa che si trovava a
due chilometri dall’epicentro. All’età di 11 anni scoprì di essere malata di
leucemia e decise di fare mille gru di carta. In Giappone le gru sono il
simbolo della felicità e della longevità e la bambina era convinta che, se
fosse riuscita a realizzare l’obiettivo, sarebbe guarita. Purtroppo morì prima
di compiere l’impresa, che fu portata a termine dai suoi compagni di classe. La
storia della piccola Sudako ha profondamente commosso il paese e spinge tuttora
moltissime persone a costruire gru di carta.
Il Museo
della Pace è dedicato alla spiegazione dei fatti e contiene molti oggetti
recuperati dopo l’esplosione. Purtroppo una parte del museo è chiusa per
ristrutturazione, quello che vediamo ci delude un po’, se lo confrontiamo con
quello che abbiamo visto nel museo della Bomba Atomica di Nagasaki. Per di più
le sale traboccano di visitatori. Appena qualche giorno fa c’è stata la commemorazione
del 70° anno dall’esplosione della bomba, con la presenza di oltre 100
rappresentanti dei vari stati del mondo.
Malgrado si
conosca molto dei fatti legati alle due bombe atomiche, leggendo qua e là si
scoprono ancora delle informazioni sorprendenti, come il fatto che subito dopo
l’esplosione l’opposizione al governo, in Giappone, e molta opinione pubblica,
considerassero le bombe il male minore, perché senza quei fatti il governo
nipponico non si sarebbe arreso e avrebbe portato alla morte molti più soldati
e civili di quelli morti a causa delle bombe.
Il bombardamento
sulle due città del Giappone non fu comunque la prima volta in cui gli Alleati
colpirono le città delle potenze dell’Asse creando numerose vittime: il bombardamento
di Dresda causò la morte di oltre 35.000 persone e la completa distruzione di
una delle più grandi città d’arte tedesche, mentre quello di Tokyo, nel marzo
1945, causò 100.000 morti e danni architettonici enormi. Follie della guerra!
Questi e altri fatti sono riassunti nella seguente pagina di Wikipedia:
Questi e altri fatti sono riassunti nella seguente pagina di Wikipedia:
La Cupola della Bomba atomica, forse il simbolo più toccante della devastazione di Hiroshima. |
Un plastico dentro il museo indica il punto, a 600 metri di altezza, in cui è scoppiata la bomba |
Il cenotafio con all'interno la fiamma della pace |
Il monumento dedicato ai bambini vittime della bomba atomica. |
Sasaki Sadako è stata esposta alle radiazioni all'età di due anni, ad undici scopre di essere malata di leucemia. |
Le gru di carta intorno al monumento |
Le parole lasciate nel libro degli ospiti dall'ex presidente della repubblica Luigi Scalfaro in visita al museo nel 1998. |
Un'immagine della città pochi giorni dopo l'esplosione |
La bomba di Hiroshima "Little Boy" era più piccola di quella di Nagasaki perché all'uranio e non al plutonio |
Il fungo atomico dopo l'esplosione alto fino a 18 km |
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