Una delle
più interessanti esperienze che si possono fare in Giappone è sicuramente il
soggiorno in un tempio del Monte Koya, presso il villaggio di Koyasan. In
questo luogo Kukai (774-835), meglio conosciuto in Giappone come Kobo Daishi,
fondò la setta buddhista shingon. Al tempio principale, con il passare dei
secoli se ne sono aggiunti molti altri e attualmente se ne contano più di
cento, sparsi intorno al monte che si trova ad una altezza di circa 1000 metri.
Il luogo è meta di pellegrinaggio per molti fedeli di tutto il Paese, una sorta
di Lourdes giapponese.
Da quando
l’area è stata aperta al turismo, intorno alla metà del secolo scorso, i monaci
hanno cominciato ad offrire vitto e alloggio ai visitatori, permettendo loro di
condividere i pasti strettamente vegani e le funzioni religiose del mattino. Il
costo per la mezza pensione varia da 75 a 120 euro a testa, a seconda del
tempio. Noi abbiamo speso il minimo e abbiamo avuto un trattamento
assolutamente regale, con una grande camera in stile giapponese, l’onsen per il
bagno e pasti (cena e colazione) con una decina di piatti diversi. La cena
viene servita intorno alle 17.30 e la colazione alle 7 del mattino, dopo aver
assistito ad un’ora e mezza di preghiera nel tempio con i monaci e la gente del
villaggio.
A Koyasan si
arriva da Osaka con due ore di treno e poi una funicolare che lentamente si
inerpica tra le montagne dalla vegetazione rigogliosa. Il treno cigola
abbondantemente mentre affronta le curve in salita, dando già l’idea di
arrivare in un luogo lontano nel tempo. I monaci rappresentano la metà della
popolazione del villaggio, il resto è costituito dalle famiglie dei monaci che
col tempo si sono stabilite qui.
Partiamo all’alba
da Osaka perché non siamo riusciti a contattare l’ufficio turistico di Koyasan
e prenotare un posto in uno dei templi; arrivando presto speriamo di trovare
ancora qualcosa, altrimenti siamo pronti a tornare indietro. Invece ci va bene,
alla quarta telefonata il personale dell’ufficio turistico ci trova un posto nel
tempio Daienin, poco lontano dal centro del villaggio, sulla strada che porta
al cimitero. Nel frattempo continua a piovere, il tifone che sta colpendo il
Giappone non ci lascia tregua.
Portiamo i
bagagli al tempio Daienin e rimaniamo sorpresi della grandezza della nostra
stanza, con tanto di anticamera, e fornita perfino della yukata, un kimono
leggero da utilizzare per muoversi nel tempio e per andare all’onsen. Malgrado
la pioggia cominciamo la visita dei templi.
Il Kongobuji
è il tempio dove risiede il monaco con il più alto grado di Koyasan, che funge
da portavoce dell’intera comunità religiosa. L’attuale struttura, risalente al
XIX secolo presenta bei paraventi decorati con cura e soprattutto un interessante
giardino roccioso, costituito da numerose pietre che nell’insieme sembrano dei
fedeli intenti all’ascolto del sermone del monaco. Ci viene offerto pure un the
e un dolcetto.
Dall’altra
parte della piazza si trova invece il “recinto sacro”, Donja Gara, con diversi
edifici religiosi e la pagoda color vermiglio ricostruita nel 1934 dopo essere
stata distrutta da un incendio. Dentro uno degli edifici si trova la statua del
Buddha cosmico e di quattro Buddha minori. Come consigliato dalla Lonely,
decidiamo di visitare l’enorme cimitero di Koyasan dopo cena (visto che si
mangia presto), quando le lanterne cominciano ad illuminarsi.
Con la
pancia piena di ogni ben di dio, percorriamo il sentiero tra le tombe
illuminato dalle piccole luci (per fortuna ha smesso di piovere) e arriviamo alla
Sala delle Lanterne che anticipa l’enorme mausoleo dedicato a Kukai, il tempio
più venerato di tutto il Monte Koya. Il tragitto è molto bello, sembra di
essere in altro mondo (…quello dei morti!). Torniamo nella nostra stanza in
tempo per fare un buon bagno caldo nell’onsen. Alle 10 di sera siamo già sotto le
coperte. Fuori piove nuovamente.
Il mattino
ci alziamo alle 5.40 per partecipare alla preghiera mattutina e al sermone del
monaco (ovviamente in giapponese) che non finisce più… per fortuna la colazione
ci ripaga della levataccia.
In questo sito si possono trovare delle indicazioni pratiche per la visita e il pernottamento a Koyasan.
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La funicolare risale l'ultimo tratto fino a Koyasan |
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La meta finale, quasi mille metri di altezza |
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La pagoda Sai-to ricostruita nel 1834 |
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Edifici del tempio buddhista di Kongobu-ji |
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Il ponte rosso vermiglio all'ingresso del Kongobu-ji |
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Bei disegni nei paraventi della stanza Ohiro-ma |
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Il giardino intorno al tempio principale...piove |
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Il giardino roccioso del tempio dell'abate di Koya-san |
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Pietre come tanti fedeli che ascoltano le parole del Buddha |
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La sabbia al posto dell'acqua, le linee rappresentano le onde |
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La pagoda Dai-to alta 45 m, ricostruita nel 1934 |
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La nostra stanza all'interno del tempio di Daienin |
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Pronta per la cena |
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Sembra tanta roba |
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...ma alla fine mangiamo tutto |
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Interno del complesso sacro Oku-no-in: il vialetto è orlato da cedri e da migliaia di tombe |
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Le luci cominciano ad accendersi, iniziamo la salita al tempio Toro-do (Tempio delle Lanterne) |
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Qui sono inumate le spoglie o anche solo una ciocca di capelli di ogni buddhista giapponese |
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Il tempio delle lanterne di Oku-no-in |
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Verso il mausoleo di Kukai, è il crepuscolo e l'atmosfera è davvero suggestiva |
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Al ritorno è già buio...ma non siamo soli! |
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Dopo il sermone la parte più interessante: la colazione |
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