Da Hiroshima
partiamo per Okayama che terremo come base per fare alcune escursioni nei
dintorni. Sarebbe stato più interessante passare per Matsuyama, dove si trova
un vecchio onsen, ma non avendo trovato delle sistemazioni abbiamo cambiato
leggermente il programma. Da Okayama visitiamo in giornata due isole del Mare
Interno giapponese, note per i loro interessanti musei contemporanei.
Dal 1989 le
fondazioni Naoshima Fukutake Art Museum
e Benesse Corporation portano avanti
un progetto di innesto di architetture contemporanee nelle isole interne come
strategia per contrastare, attraverso un turismo colto, il declino economico e
demografico della regione. Il progetto funziona, visto il numero di persone che
visitano quotidianamente le piccole isole.
La prima
isola che visitiamo è Teshima, sede del Theshima
Art Museum, un museo “vuoto” dove gli artisti Ryue Nishizawa e Rei Naito
hanno creano un'esperienza sensoriale. Si tratta di un’enorme struttura in
cemento bianco a forma di goccia, o conchiglia, a seconda dei punti di vista,
con due fori ovali rivolti verso il cielo. Attraverso queste aperture può
entrare la luce, l’aria, l’acqua, il vento. Dentro il vuoto. Dal pavimento
nascono delle gocce d’acqua che scorrono unendosi con altre gocce a formare
strani rivoli, linee che trascinano il pensiero del visitatore verso un nulla
pieno di emozioni. Fantastico.
A qualche
chilometro, sempre nell’isola di Teshima, si trova un’altra strana installazione
artistica “Les archives du Coeur”, un
archivio di battiti del cuore di diverse persone vengono riprodotti ad alto
volume in una sala buia con una luce che si accende al ritmo cardiaco. Volendo,
per una quindicina di euro, si può registrare il battito del proprio cuore e
portarsi a casa la registrazione come souvenir.
Abbiamo
perso molto tempo per la visita di questi due musei, prendiamo un taxi per
raggiungere il porto di Teshima e prendere al volo il traghetto per l’isola di
Inujima, ancora più piccola della precedente, dove una vecchia fonderia è
diventata un museo di archeologia industriale in cui l’artista Ryue Nishizawa si
fa portavoce di una nuova sensibilità per l’ambiente e le sue risorse. Sempre a
Inujima, con lo stesso (costoso) biglietto si visita l’ “Art House Project”, un progetto di riqualificazione di alcune vecchie
abitazioni sparse per il villaggio, diventate piccoli musei. Alcune sono
proprio interessanti.
Nel tardo
pomeriggio prendiamo un traghetto che in dieci minuti ci riporta nella
terraferma, ad Hoden Port, e poi con un autobus di nuovo a Okayama, dove
arriviamo in serata distrutti ed appagati della bellissima giornata. Non era
facile riuscire a fare tutto il giro visti i tempi dei traghetti, per
festeggiare ceniamo con una specialità del luogo chiamata “emibeshi” a base di riso, verdure e pesce.
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L'esterno del Teshima Art Museum con delle sedie per contemplare i terrazzamenti di riso |
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Il sentiero è una sottile lingua di cemento |
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L'interno del Teshima Art Museo visto dal'ingresso |
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Gocce d'acqua sbucano dal pavimento e poi scivolano creando figure in movimento (foto da catalogo, non è possibile fotografare all'interno) |
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Il bar ha la forma del museo |
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L''installazione artistica "Les Archives Du Coeur" riprende l'interno di un cuore e la luce lancia impulsi ad ogni battito. |
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La biglietteria dell'isola di Inujima |
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I resti della fonderia ora diventati un museo |
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La natura riprende i suoi spazi |
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Il cuore del museo sotto la ciminiera principale |
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I mattoni al sole prendono belle sfumature |
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La ex fonderia si affaccia nel Mare Interno giapponese |
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Le strutture sparse lungo il villaggio di Inujima |
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L'antico si riflette nel moderno |
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Le case del villaggio sono abitate |
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Al centro della struttura la voce viene riflessa con eco |
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Sedie per i visitatori |
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Vista sulle case del villaggio di Inujima |
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In giallo il percorso circolare fatto con treno, traghetti, taxi e bus. |
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