Durante il
viaggio per Nikko leggiamo (in: “Arte e
Pensiero in Giappone” di Marcello Ghilardi) che le prime informazioni che
noi occidentali abbiamo avuto del Giappone ci sono arrivate attraverso la Cina,
il primo grande “altro” del Giappone (…come tutti i paesi e i popoli, anche quello
giapponese ha assunto un’identità e una consistenza in relazione ad altro da sé). Ed è proprio attraverso la
mediazione della Cina, e del nostro Marco Polo, che il Giappone ha assunto il
nome con cui è conosciuto oggi.
Giappone,
Japan, Japon derivano tutti dal termine Cipango o Jipangu, con cui Marco Polo
lo trascrisse dal cinese, prima in persiano (la lingua da lui utilizzata per
parlare con gli interpreti cinesi) e poi in “italiano”, nel suo Milione. Il significato cinese della
parola Cipango è “luogo dove ha origine
il sole”, da cui il nome “Paese del
sol levante” con cui talvolta chiamiamo il Giappone. Ecco cosa dice Marco
Polo:
“Cipangu è un’isola verso levante, in
alto mare a millecinquecento miglia dalla costa. L’isola è molto grande, gli
abitanti sono bianchi, belli, e di belle maniere; sono idolatri e non stanno
sotto la signoria di nessuno se non si se stessi. […] Il palazzo del signore
dell’isola è molto grande ed è coperto d’oro, come da noi si coprono di piombo
le chiese. […] A Cipangu vi sono perle in abbondanza, e sono tonde e grosse e
rosate, più pregiate quindi di quelle bianche; vi sono anche molte pietre
preziose e non si potrebbe calcolare la ricchezza di quell’isola.”
Malgrado
fosse stato scoperto già in antichità, il Giappone è rimasto nascosto al mondo
fino alla metà del XIX secolo, quando le sue arti e la sua cultura cominciarono
a sorprendere l’Occidente. Vincent Van Gogh fu uno degli artisti che più rimase
colpito, tanto che alcuni suoi dipinti sono stati ispirati da tele giapponesi.
Escursione a
Nikko (8 ore)
Per arrivare
a Nikko prendiamo il treno ad Asakusa, poco lontano dalla Tokyo Sky Tree, la
torre per telecomunicazioni più alta al mondo, con i suoi 634 metri. Pagando
l’equivalente di 30 euro si può arrivare alla piattaforma più alta, posta a 450
m e avere una vista su tutta la metropoli, fino al monte Fuji, se le nuvole lo
permettono. E’ una strana coincidenza il fatto che la zona dei templi di Nikko,
dove stiamo andando, si trovi proprio ad un’altezza di 634 metri sul livello
del mare, con tanto di targa che lo ricorda.
I templi e i
santuari di Nikko sono considerati tra i più spettacolari del Sol Levante;
essendo scuri, si apprezzerebbero di più con il sole, invece noi continuiamo ad
avere cieli grigi. La storia di questo luogo risale al VII secolo, quando il
monaco Shodo Shonin si ritirò in queste montagne fondando un eremo, ma la fama
di Nikko crebbe solo dopo che fu scelta come sito per il mausoleo di Tokuguawa
Ieyyasu, la cui dinastia dominò il Giappone per 250 anni. I templi attuali
risalgono al XVII secolo.
Il santuario
shintoista principale di Tosh-gu è
l’attrazione più importante, con decorazioni in foglia d’oro, elaborati
intagli, antiche mura ricoperte di pietra, file di lanterne perfettamente
allineate e torii vermigli che danno un po’ di colore al tutto. Nelle colline intorno
ci sono tanti templi da visitare, tra questi il gigantesco Rinno-ji che custodisce tre Buddha in legno dorato alti 8 metri. Ne
vediamo solo uno, perché gli altri sono in restauro.
Escursione a
Kamakura (4-5 ore)
Fra il 1185
e il 1333 Kamakura fu la prima capitale del Giappone feudale. Il suo massimo
splendore coincise con la grande diffusione del buddhismo, così si riempì di
templi, gli stessi che si possono ammirare oggi. I siti da visitare distano tra
loro alcuni chilometri, se il cielo non fosse coperto varrebbe la pena percorrere
tutti i sentieri a piedi, passando attraverso la fitta vegetazione. Noi ci
incamminiamo solo nella parte sud-occidentale, dove si trova Daibutsu, il
monumento con una statua bronzea del Buddha alta circa 12 metri, immagine
simbolo di tutta l’aera. Pagando pochi yen si può entrare nello spazio vuoto
all’interno della statua.
A pochi
minuti da Daibutsu si trova Hase-dera, il tempio con la scultura in legno di
Kannon, il Buddha dell’infinita compassione. Il tempio risale al 736 d.C.,
quando, secondo la leggenda, il mare depositò la statua sulla spiaggia vicina.
Dalla terrazza si ha una vista sul mare molto suggestiva. Intorno le cicale
sono quasi assordanti.
Decidiamo di
tornare in stazione a piedi, scendendo prima fino alla spiaggia e seguendo poi la battigia
(ci orientiamo sempre con le mappe offline di Google). Questa è una delle
spiagge di Tokyo. Qualcuno fa il bagno, altri si riposano sulla sabbia, in mare
ci sono molti surfisti. La sabbia è molto scura, sorge il dubbio che il suo
colore sia dovuto agli scarichi dell’immensa città che si riversano su queste
acque.
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Nikko. Il ponte rosso verniglio sul fiume Daiya-gawa in fondo all'abisso di Kanman-ga Fuchi |
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Nikko. Il santuario di Tosho-gu |
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Le famose tre scimmie del santuario Tosho-gu di Nikko. Una si copre le orecchie, un'altra gli occhi e la terza la bocca. Rappresentano i tre principi del buddhismo Tendai che prescrivono di "non dare ascolto alla malvagità, non vedere la malvagità, non parlare con malvagità". |
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Nikko. Uno dei santuari all'interno del tempio decorato con foglie d'oro |
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Nikko. Le lanterne di pietra intorno al santuario Tosho-gu |
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Nikko. La facciata dorata con il portale in legno antico |
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Kamakura: la statua bronzea di Amida Buddha nel tempio di Kotoku-in |
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Kamakura. Il Buddha Kannon, il bodhisattva dell'infinita compassione, nel tempio Hase-dera |
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Kamakura: una serie di Buddha lungo la salita al santuario |
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La cicala gigante che ci ha accompagnato tutti i giorni con il suo frinire assordante, assomigliante più ad uno stridulo o ad un urlo |
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La bella vista del mare di fronte a Kamahura, dalla terrazza del tempio di Hase-dera |
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La spiaggia con sabbia scura |
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In spiaggia non si possono bere alcolici, sporcare, fumare, ecc... ma soprattutto non si possono mostrare gli eventuali tatuaggi sulla pelle |
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I giapponesi scrivono la data all'incontrario: 2015-08-29 |
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Gli spazi sono sempre pochi in Giappone: le pompe di benzina vengono poste in alto |
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Viaggio in metro a Tokyo: i giapponesi hanno una grande passione per i manga (fumetti). |
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Metro a Tokyo: anche i giapponesi allungano le mani nelle ore di punta, quando la metro è piena, per questo alcuni vagoni vengono riservati alle sole donne. |
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La mascherina sarà per motivi igienici, oppure per motivi religiosi? |
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