Malgrado le
apparenze, l’opulenza di Seul e la tranquillità dei suoi abitanti, le due Coree
sono in guerra da 65 anni e ogni tanto ancora si sparano sulla linea di
demarcazione (DMZ, Delimitarized Zone) che corre lungo il 38° parallelo. La
visita ai luoghi simbolo di questa divisione è una delle escursioni turistiche
più gettonate per chi passa per Seul, trovandosi solo a una cinquantina di
chilometri da quella che è considerata una delle linee più conflittuali del
mondo intero. Il turismo è il lato kitsch di questa guerra, ma è anche il segnale
che, tutto sommato, la tensione è più sopportabile.
La zona
smilitarrizzata che divide la penisola coreana in Nord e Sud iniziò come una
semplice linea tracciata su una mappa nel 1945 dagli americani, alla fine della
Seconda Guerra Mondiale, per facilitare la resa dei giapponesi. La parte nord
andò sotto l’influenza della Russia, mentre quella a sud rimase sotto l’appoggio
degli Stati Uniti. Con gli anni la tensione fra le due coree salì fino allo
scoppio della guerra nel 1950. Dopo tre anni di combattimenti, 4 milioni di morti
e oltre 200.000 feriti, nel 1953 fu firmato l’armistizio con la creazione di una
zona di sicurezza larga 4 km per tutti i 250 km di confine. Questa fascia, in
cui è vietato a chiunque di entrare, è diventata negli anni una zona protetta
dove la flora e la fauna hanno potuto svilupparsi al riparo dei danni creati
dall’uomo e ora vi trovano rifugio diverse specie in via di estinzione.
La “gita”
nella zona di divisione deve essere fatta con delle agenzie autorizzate, che
per l’equivalente di una quarantina di euro ti fanno visitare quatto punti. Il
primo è l’osservatorio (Dora Observatory), una piattaforma sopraelevata con
decine di binocoli che ti permettono di osservare l’altra parte del “muro”, la
Corea del nord, uno dei paesi più reclusi e misteriosi del mondo. Non si vede
granché, soprattutto per la scarsa visibilità, ma tutti pagano l’obolo di 500
Won al telescopio e ci provano.
La seconda
tappa è uno dei quattro tunnel scavati nel tempo dai nord coreani in previsione
di un attacco al sud, scoperti dai sudcoreani negli anni ‘70….per entrarci ci
si mette un elmetto e si scende in profondità, visitando i primi 435 metri di
un tunnel lungo 1.670 metri; niente di che, ma l’idea di essere sotto alla
“terra di nessuno” è emozionante. Nella terza tappa si visita l’Imjingak Park,
un monumento dedicato ai cinque milioni di coreani che hanno perso la casa al
momento della creazione della linea di separazione. Molte di
queste famiglie sono state divise, una parte è rimasta al nord e una al sud…da
allora non si sono più visti.
L’ultima
sosta è la nuovissima stazione dei treni che sorge nel punto in cui è stata
interrotta la linea ferroviaria che collegava le ferrovie del Nord con quelle
del Sud prima della divisione. La stazione è nuova e praticamente vuota (chi
vuoi che venga fin qua!)… ci si chiede il senso di spendere i soldi per un’opera
così inutile. La guida spiega che i soldi per la ricostruzione della stazione
sono stati donati da privati che sperano nella riunificazione dei due paesi,
una specie di monumento alla speranza.
Dopo sette
ore saliamo sul minibus e ritorniamo verso Seul, pensando che tutte le visite
fossero finite. Invece no, anche in Corea del Sud i tour comprendono la tappa
finale in un negozio. A noi è toccata la descrizione di tutto il processo di
produzione del ginseng, di cui i coreani sono grandi coltivatori. Ci offrono
vari assaggi che ci tirano un po’ su… beh, forse, lo scopo di questo stop era
proprio questo.
|
Le prime barriere |
|
DMZ, Delimitarized Zone |
|
Muri in mezzo alle risaie |
|
Un contadino passa il check point |
|
Filo spinato ovunque |
|
Tutti alla ricerca della Corea del Nord |
|
L'ultimo treno circolante prima che i binari fossero interrotti dalla linea di separazione |
|
La zona cuscinetto è piena di mine |
|
Il popolo spinge per la riunificazione delle due Coree |
|
Cartello pieno di speranza: prossima fermata PYEONGYAN (Corea del Nord) |
|
Preghiere di pace lungo la rete di separazione |
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.